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La Via Crucis francescana, Quarta Stazione: Gesù nel Sepolcro 

La Via Crucis Francescana a cura di Fra Simone Tenuti

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo!
Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo di Giovanni (19,40-42)
Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parasceve dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.

Breve riflessione
Siamo di fronte ad una scena di sofferenza: Maria e le altre donne piangono Gesù morto che viene posto nel sepolcro. Sembra davvero tutto finito…
Questa scena ci ricorda un elemento costitutivo dell’essere umano: essere creatura fragile. Ma nello stesso tempo ci rivela la grandezza del nostro animo, la capacità di piangere con, di com-patire, di com-piangere, non come forma di debolezza ma di vicinanza… ora che anche la vicinanza fisica ci è tolta, forse possiamo reimparare a piangere per le cose che contano ed imparare a fare i conti con la morte, con tutti i tipi di morte.
Possiamo chiederci: Qual è la mia morte oggi? Qual è la mia dipendenza? Il luogo dove mi sento in pericolo, il mio sarcofago? In questo periodo di “isolamento forzato” ce lo stiamo chiedendo tutti: ma lì c’è Cristo. Cristo che dalla morte, tira fuori la vita. P. Jean-Paul Hernandez, un gesuita, qualche mese fa, parlando ai giovani ha affermato che: “La vocazione nasce dai propri fallimenti”, come anche quella di San Francesco che, davanti al crocifisso di San Damiano, si mette davanti al Cristo con tutte le sue fragilità, difficoltà e sofferenze.
La nostra vocazione ha a che fare con le nostre ferite, con le nostre morti, con le nostre debolezze che però pian piano vengono trasfigurate da Cristo se affidate a lui. E le ferite si fecero “vive” proprio sulla carne di San Francesco. Le stimmate della Passione di Cristo si impressero sul suo corpo e Francesco prese l’immagine del Crocifisso, perché nella preghiera aveva imparato a piangere la passione del suo Signore: questo l’inizio della luce della risurrezione.

Dall’Ufficio della passione di san Francesco (FF 283)
Ho cercato chi mi fosse accanto in quest’ora di tribolazione: nessuno ci fu; ho cercato chi mi confortasse: non ho trovato alcuno (Sal 68, 21).
Gli iniqui, o Signore, sono insorti contro di me; i potenti vogliono la mia vita: senza alcun riguardo per te (Sal 85, 14).
Ormai sono computato tra i morti, un uomo che nessuno aiuta, libero tra i morti (Sal 87, 5). Ma tu, Padre santo, sei il mio Re e il mio Dio (Sal 5, 3): vieni in mio soccorso, Signore, Dio della mia salvezza (Sal 37, 23).

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